Recital italiano
Luciano Bellini pianoforte solo
Il recital pianistico dal titolo “Concerto Italiano”  è tutto dedicato a musiche italiane dal ‘600 ai giorni d’oggi,  già eseguito in diverse parti del mondo riscuotendo sempre ampi e calorosi consensi di pubblico e critica, e comprendente anche gli unici due brani che Giuseppe Verdi compose per pianoforte: una lirica ed intima “Romanza senza parole”  ed un “Valzer in Fa”  che – completamente sconosciuto – fu ritrovato per caso in un mercatino rionale romagnolo dall’attore Romolo Valli poco prima dell’inizio delle riprese del film “Il Gattopardo”  di Luchino Visconti.
Nino Rota lo lesse, lo suonò, e ne fece una lussureggiante orchestrazione che divenne la musica della celebre scena del Gran Ballo (con Claudia Cardinale e Alain Delon…).
Tali brani pianistici sono assolutamente sconosciuti e  credo che non siano quasi mai stati eseguiti in un concerto da camera.
Tutto ciò ci permette inoltre di aggiungere la figura di Luchino Visconti e Nino Rota ad una serata dedicata all’eccellenza della cultura italiana.
Oltre alle rarissime pagine pianistiche di Verdi, ho poi trovato un altrettanto raro Valzer di Giacomo Puccini, ” Piccolo Valzer”  il cui tema fu poi utilizzato dallo stesso Puccini per la celebre aria di Musetta nella Bohéme “Quando m’en vò…” ; nonchè due divertentissime Fantasie di Rossini(in occasione dell’Anno Rossiniano che cade proprio nel 2018) piene di ironia e citazioni, e una “civettuola” Canzonetta di Leoncavallo. 
Il tutto è completato da pagine del repertorio classico di compositori storici della musica strumentale italiana italiana, quali Scarlatti, Galuppi, Busoni, Respighi, Malipiero, Castelnuovo Tedesco, Casella, Berio.
Il concerto, che si presenta come un vasto affresco sulla cultura musicale (e non solo)  italiana proiettata nell’ Età Moderna, dura circa 70 minuti.

D. Scarlatti                       Sonata in Mi  K 380

B. Galuppi                        Sonata n° 7 in Re Mag.

Adagio, Allegro, Giga Allegro

G. Verdi                            Romance sans paroles

Valzer in Fa Mag.

R. Leoncavallo                  Canzonetta

 G. Puccini                          Piccolo Valzer

G. Rossini                          Memento Homo

Un rêve

 

F. Busoni                           All’Italia

O. Respighi                        Notturno

G.F. Malipiero                   Preludio Autunnale n° 2

M. Castelnuovo Tedesco   Cantico

L. Berio                             Wassermusik

A. Casella                          Due Ricercari sul nome B.A.C.H.

 

Domenico Scarlatti (1685 – 1757) cronologicamente appartiene al periodo barocco ma la sua musica è fortemente proiettata verso il futuro, contribuendo formalmente al nascere dello “stile classico” e della Forma Sonata in particolare, ed anticipando addirittura il Romanticismo grazie ad un invenzione melodica fluente e fortemente espressiva.

La breve Sonata in programma (tra le più celebri di Scarlatti) ne è un esempio chiarissimo, distendendosi fluida in un melodiare singolarmente sentimentale e appassionato per l’epoca.

 

Baldassarre Galuppi (1706 – 1785) fu uno  dei musicisti italiani del ‘700 di maggior successo internazionale, scrisse più di cento melodrammi e fu cembalista e organista invitato e celebrato in tutte le maggiori Corti europee. Il suo stile melodico, elegante e flessibile s’incontrò con la poetica del Goldoni: questa collaborazione segnò la nascita e la diffusione in tutta Europa (dopo il 1749) del dramma giocoso.

Nelle sue numerose composizioni per cembalo Galuppi non brilla per la forza o l’originalità dell’armonia, ma una gaiezza sostenuta ed elegante, una verve incontenibile, e le forme graziose del suo canto gli procurarono una celebrità che resistette per gran tempo ai capricci della moda.

In epoca moderna è stato riscoperto da due sommi interpreti pianistici quali Arturo Benedetti Michelangeli e Vladimir Horowitz, che ne apprezzarono ed esaltarono la morbidezza e l’espressività quasi vocale delle sue linee melodiche.

 

Le musiche di:

Giuseppe Verdi                 ( 1813 – 1901),

Giacomo Puccini               ( 1858 – 1924) ,

Ruggero Leoncavallo       ( 1857  – 1919) e

Gioacchino Rossini     (1792 -1868)   costituiscono delle autentiche chicche, forse le uniche composizioni pianistiche – o comunque cameristiche – scritte in Italia nel pieno Ottocento da autori prettamente operistici (il Melodramma era di gran lunga l’unica forma di musica originale composta in Italia nell’Ottocento). Si tratta di piccole esercitazioni, briciole di genio che comunque ci riportano allo stile di un’epoca e di una cultura. Curiosa è la storia del Valzer in Fa Mag.  Di Verdi.

L’attore Romolo Valli nel ’62 trovò in un mercatino rionale romagnolo lo spartito di un Valzer sconosciuto di Giuseppe Verdi. Lo acquistò e lo fece vedere all’amico M° Nino Rota che allora stava componendo le musiche per il film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti. Rota si innamorò di questa melodia elegante e moderatamente festosa, la orchestrò, e divenne il Walzer per la famosa scena del Gran Ballo.

La melodia del Piccolo Valzer di Puccini fu invece utilizzata pochi anni dopo dallo stesso autore per la prima Aria di Musetta “Quando m’en vo”  all’inizio del II° Atto di Bohème. I brani di Rossini, infine, conferiscono all’intero programma una sferzata di energia viva, virtuosismo brillante e ironia sagace e pungente.

 

 

Ferruccio Busoni  (1866 – 1924)  All’Italia  :

fa parte delle Elegie per piano solo, e ne è la seconda. Il brano, pubblicato nel 1907, è in forma bipartita e si articola in due parti distinte: la prima “in modo napolitano”  è una dolce Barcarola che si basa sul tema della celebre canzone napoletana “Fenesta ca lucive” , tema che compare più volte sempre avvolto da atmosfere diverse, ora limpide ed ora tenebrose o tumultuose. La seconda è una vera e propria Tarantella

 

Amico fraterno di Busoni, Ottorino Respighi (1879 – 1936), noto soprattutto per i suoi Poemi Sinfonici ispirati a Roma e al suo sapiente recupero di forme e stili antichi, ha scritto molte composizioni per pianoforte poco note ai più ma raffinatissime e di grande impatto emotivo. Tra i Sei Pezzi scritti tra il 1903 ed il 1905, spicca questo Notturno, dalle forme avvolgenti e ipnotiche, dagli accenti profondamente intimi e pudicamente lirici, disposto su armonie antiche proiettate verso dimensioni moderatamente modali e politonali, in quel suo tipico equilibrio instabile tra passato e futuro che lo rende autore unico ed estremamente affascinante.

 

Mario Castelnuovo Tedesco ( 1895 – 1968) presenta una scrittura pianistica non molto dissimile da quella di Respighi, ad essa la avvicinano l’amore per le forme antiche, un forte neoclassicismo linguistico che gli fa spesso usare armonie modali o politonali, e un pianismo pieno e rotondo di grande eleganza. Migrato in America nel ’39 per fuggire le leggi razziali, divenne uno dei più grandi compositori per chitarra prediletto anche da Segovia, e uno straordinario compositore di colonne sonore per il cinema. Ne curò più di 200 e fu Maestro del grande Henry Mancini. Forse anche per questo la sua musica è molto visionaria ed evoca immagini di grande raffinatezza. Le sue armonie ed il modo di accostarle tra loro ricordano da vicino lo stile di Ildebrando Pizzetti, che invece che al cinema si dedicò principalmente al teatro e a Gabriele D’Annunzio in particolare.

 

Pier Francesco Malipiero (1882 – 1973) attraversa il Novecento con solitaria eleganza, leggerezza e grande autonomia linguistica; per lunghi tratti come Respighi si è ispirato a forme stili antichi, recuperando anche scale gregoriane e atmosfere modali, poi si è abbandonato ad una totale libertà creativa basata esclusivamente sulle evoluzioni del canto, sulle arcate di un melodiare che si annoda intorno a centri armonici sempre cangianti e sempre più vicini all’atonalismo quasi puro.

Questi Preludi Autunnali ne sono un esempio lampante: non c’è intento formale costruttivo ma solo desiderio di dare voce in totale libertà ad atmosfere crepuscolari ed intime.

 

Luciano Berio  (1925 – 2003 ) Encores pour piano :

sono sei brevi pezzi, scritti tra il ‘65 e il ‘90,  raccolti sotto questo titolo, quasi ad evidenziarne la forma breve, aforistica e solo apparentemente disimpegnata. I primi quattro Encores sono dedicati agli elementi empedoclei: acqua, aria, terra, fuoco. Wasserklavier, del 1965, indaga gli aspetti simbolici e le suggestioni che possono essere legate al concetto di acqua, specie in relazione con gli strati  “sommersi” della memoria: di qui l’utilizzo di materiale armonico derivato dall’Impromptu op. 142 n. 1 di Schubert e dall’Intermezzo op. 117 n. 2 di Brahms. Il risultato è di toccante nostalgia, anche grazie ad un attento ed originale studio sul timbro dello strumento, di cui si rievocano alcuni tratti salienti (in particolare derivati dal pianismo di Chopin, Debussy e Skriabin) con grande maestria ed originalità. Di Wasserklavier esiste anche una versione per 2 pianoforti, incisa dalle sorelle Labeque. Erdenklavier (1969) consiste in un’esplorazione degli effetti timbrici legati alla risonanza per simpatia ottenuta con giochi di note tenute e con forti contrasti dinamici. È un brano pressoché monodico,e forse anche per questo richiama atmosfere arcaiche, che possono essere associate ad una concezione archeologica dell’idea di “terra” e di ciò che sotto (o dentro) di essa si trova.

Brin (1990) è una breve pagina concepita come una poetica esplorazione delle possibilità timbriche del pianoforte: affiorano sonorità magiche o impalpabili, con evocative risonanze ottenute grazie al sapiente gioco di pedali e note tenute.

 

 

Alfredo Casella  ( 1883 – 1947) Due Ricercari sul nome B.A.C.H.  :

diviso in due parti contrapposte Funebre e Ostinato, il brano – composto nel 1932 – si sviluppa tutto sulle imitazioni e i contrappunti creati sulle note che formano il nome di Bach (Sib, la, do, si).

Ogni artifizio combinatorio viene utilizzato dal compositore, che sfoggia una padronanza assoluta della polifonia ma anche la capacità di creare atmosfere coinvolgenti o di grande concentrazione meditativa.




Duo Pianistico Italiano
Pianoforte a 4 mani Antonella Vitelli
pianoforte Luciano Bellini pianoforte
Programma “Concerto Italiano” Il programma “Concerto Italiano” , a cura del Duo Pianistico Italiano composto da Antonella Vitelli e da me, è stato concepito e realizzato con l’intento di valorizzare pagine musicali di rara bellezza e scarsissima diffusione, tesori nascosti del nostro patrimonio artistico spesso relegati nel silenzio delle biblioteche o nascosti tra la polvere dei magazzini di qualche casa editrice distratta. Si tratta per lo più di lavori scritti da compositori appartenenti alla “generazione dell’ottanta”, autori che hanno traghettato la tradizione musicale italiana fuori dal melodramma e restituito dignità ad un genere di musica strumentale altrimenti negletta e poco frequentata. Tali opere di elevata bellezza, limpida ispirazione e altissima maestria compositiva, sono state per noi una straordinaria e piacevole scoperta, da studiare ed offrire al pubblico con gioia. Gran parte dei lavori qui proposti presentano un tratto comune: un forte carattere descrittivo e una stretta parentela con le immagini, siano esse cinematografiche o paesaggistiche; evocano inoltre culture, situazioni, paesi, sentimenti, popoli, narrano storie passate e presenti. L’intero programma si configura, in fondo, come un lungo racconto in cui si snodano tratti e caratteri tipici della cultura e della tradizione italiana. È recentemente uscito in commercio anche il CD “Concerto Italiano” contenente tutti i brani qui proposti. Gli autori in programma sono G.Gabrieli, Cilea, Casella, Pizzetti, Respighi, Busoni, L.Bellini
Programma “Concerto Latino” Questo programma intende proporre ritmi, colori e suoni tipici della musica classica latina, accostando grandissimi autori spagnoli del passato e del Novecento storico ( De Falla, Albeniz) a illustri e giovani compositori argentini e brasiliani. Tutte le musiche proposte sono profondamente legate alle tradizioni culturali e al folklore dei paesi d’origine, elaborandone in modo elegante e colto le radici musicali più profonde, e l’intero concerto vuole essere un grande colorato affresco da cui emergono vitali tutte le componenti più gioiose e malinconiche dell’umanità latina, iberica e sudamericana. Alcuni brani (“Tango” di Miranda, “Batuccata” di Soares e “Seresta” di Escobar) sono stati personalmente affidati al Duo Pianistico Italiano, mentre “Notturno” di Ripper è stato composto per il Duo Pianistico Italiano e ad esso dedicato. L’intero concerto trasmette un enorme carica di vitalità ed energia, e comunica grandi emozioni. Gli autori in programma sono Albeniz, De Falla, Guastavino, Miranda, Escobar, Ripper, Soares, Piazzolla.
“Quattro mani all’Opera”: questo programma si articola attraverso Fantasie elaborate da Luciano Bellini per pianoforte a 4 mani tratte da alcune tra le più celebrei opere italiane (Traviata, Forza del Destino, Tosca, Barbiere di Siviglia, Lucia di Lammermoor). Eseguito in tutto il mondo, coinvolge ed emoziona ogni tipo di pubblico, dall’italiano all’estero o in sede all’appassionato di ogni nazionalità e cultura.
Tutti questi tre programmi sono presenti in commercio sotto forma di CD e di partiture, edite dalla Sedam.



Concerto Italiano
Musica italiana per violino e pianoforte violino: Liliana Bernardi
pianoforte Luciano Bellini
Il concerto prevede una cavalcata nella musica italiana più rappresentativa dal ‘700 ad oggi, scegliendo alcune tra le pagine più belle ed interessanti composte per questo organico. Particolare rilievo viene dato al primo Novecento italiano, periodo di grande fermento linguistico e grande rinnovamento di idee, ma troppo poco conosciuto e frequentato nelle sale da concerto. I brani uniscono all’indubbio interesse culturale un ascolto assai piacevole e una grande ricchezza espressiva. Il programma prevede brani di Locatelli, Tartini, Paganini, Pizzetti, Rota, Petrassi, Dalla Piccola, L. Bellini.



Canzoni d'amore
canzoni d'autore sull'amore Antonella Ceari voce
Luciano Bellini pianoforte arrangiamenti di Luciano Bellini
Luciano Bellini ha sempre seguito ed amato la musica leggera d’autore, ed ha direttamente collaborato a più riprese con artisti quali Milva, Francesco Guccini, Noa, Dulce Pontes, Maria Faranduri, Gino Paoli, Leo Ferrè e Nando Citarella. Per conto della fondazione Ferrè ha orchestrato e arrangiato pianisticamente tutta la collana di canzoni di Leo Ferrè con i versi di Baudelaire tratti da ” I Fiori del Male”, ed ha orchestrato moltissime canzoni della tradizione napoletana e romana, dalle più celebri a quelle più preziose e sconosciute. Forte di queste esperienze compositive e delle sue numerose trascorse performances nel campo del pop e del jazz, e avendo trovato in Antonella Cesari la partner e la voce artisticamente ideale, ha pensato ad un programma tutto dedicato alla canzone d’autore che legasse sul tema dell’amore le esperienze musicali di un intero secolo, dal suono inconfondibile di Gershwin ai cantautori contemporanei. Questo è attualmente il programma proposto: Canzoni d’amore G. Gershwin “The man I love” “Someone to watch over me” “Embraceable you” “I got rhytm” “Let’s call the whole thing off” Leo Ferrè “A une passant” “Ciel broulliè” “La mort des amants” L. Bellini “Vocalise” Lennon Mc Carthney “Michelle” Louiguy – Piaf “La vie en rose” Monnot – Moustaky “Milord” Dumont – Vaucaire “No regrets” P. Conte “Il treno va” “Sotto le stelle del jazz” F. De Andrè “La Canzone di Marinella” G. Paoli “Sassi” Russo – Di Capua “I’ te vurrìa vasà” G. Gershwin “Summertime”



Piano Solo Contaminazioni
musica di frontiera
Luciano Bellini pianoforte
Il progetto “Piano Solo Contaminazioni” si concretizza in un programma da concerto articolato in brani, differenti tra loro per stile e linguaggio musicale, che rielaborano in sè vari contributi stilistici di modelli e culture diverse: dalle tradizioni etniche Latine e Mediterranee (rivisitate talvolta con gli strumenti linguistici contemporanei) a diversi momenti di Jazz e di musica moderna più o meno colta; il tutto con l’unico demominatore comune della contaminazione tra stili, culture ed epoche diverse. Un altro elemento presente nel programma è quello pedagogico: molti brani infatti sono stati composti in varie parti del mondo pensando ad una sorta di iniziazione tecnica e culturale di giovani musicisti, introducendoli ora ad armonie e sonorità moderne, ora a labirinti ritmici e melodici, ora ai tesori delle tradizioni folkloristiche locali da non dimenticare, ora ai primi segreti del jazz e delle avanguardie. In questa direzione si muovono i brani di Browuer, eleganti e lievi trasposizioni in chiave moderna di ritmi e danze caraibiche, i”Songs” di Corea, che introducono a suggestioni minimaliste e ad elementi di jazz, ed il mio “Mediterrando” che -ispirandosi a diverse culture mediterranee- propone inconsuete soluzioni ritmico-armoniche e richiede una lettura pianistica molto creativa. Liberi da intenti pedagogici, ma comunque tesi a far interagire stilemi colti e popolari, sono i brani di Piazzolla, Strawinski, Ravel, ed il mio”Fantango”. C’è poi la Sonata di Berg che getta un ponte ideale tra due epoche, spinge la tonalità ai confini più inaccessibili e si pone come testimone di un grande passato che è già intriso di futuro, l’esempio più colto e inquietante di contaminazione linguistica. Infine presenza di Keith Jarret con il suo mitico “Concerto di Colonia” trova, in questo contesto di contaminazioni culturali, giustificazioni linguistiche ed umane: linguistiche in quanto la sua musica e le sue particolarissime improvvisazioni si poggiano su forme e armonie classiche ma si proiettano su altre dimensioni; umane in quanto la sua stessa vita artistica è perennemente sospesa tra Bach, il grande repertorio ed il jazz, e le sue collaborazioni spaziano sui più svariati fronti e generi musicali. Su tutto campeggia la presenza di tre grandi punti di riferimento della mia crescita musicale, culturale e umana; primo fra tutti Fabrizio De Andrè con la limpida trasparenza della sua musica e la straordinaria forza visionaria della sua poesia attenta e sensibile alle vicende dei più deboli e degli emarginati, poi Gershwin che primo fra tutti ha saputo fondere la devastante energia del jazz e dei ritmi afrocubani con i dettami della musica colta occidentale, e I Beatles che hanno elevato le loro canzoni a livelli raffinatissimi di invenzione armonica e melodica, tanto da essere paragonate ai più bei lieder di Schubert, ed hanno aiutato la mia generazione a crescere un pò più serena e consapevole. Si tratta quindi di un concerto pianistico non di musica classica o popolare o contemporanea o jazz; si tratta piuttosto di una serata di musica ricca di significati ed energia e priva di pregiudizi, un insieme di buona musica non eurocentrista scritta da alcuni dei più grandi Maestri del nostro secolo già proiettati verso una dimensione interculturale dell’arte e della vita. Il programma da concerto è continuamente soggetto ad aggiornamenti e lievi trasformazioni tese a migliorarne sempre la tenuta e la resa in pubblico, e questa a seguire è la proposta attuale: “Piano Solo-Contaminazioni” (musica classica, jazz, d’origine popolare) Leo Brouwer “5 pequenas piezas para piano” Astor Piazzolla ” Piano Préludes” : -Leijia’s game (Tango prélude) -Flora’s game (Milonga prélude) Chick Corea ” Children songs” ( N° 4, 6, 7 , 19) Luciano Bellini ” Fantango” I. Strawinski “Tango”   F. De Andrè “Suite di canzoni” M. Ravel “Habanera” L. Bellini “Habanera, Fado, Promenade, Sirtaky, Bolero” (dall’Album “Mediterrando”) Keith Jarret brani e improvvisazioni dal ” Concerto di Colonia” Alban Berg “Sonata op. 1” G. Gershwin “Suite di songs” Lennon Mc Cartney “Suite di canzoni”



Les Ritals
a tutti i migranti Antonella Cesari soprano Marcella Tersigni recitante
Luca Bellini flauto Sabatino Servilio viola Paolo Rossi percussioni Luciano Bellini direzione e pianoforte
Il brano, composto da Luciano Bellini nel ’99, mette in musica testi originali -lettere, pensieri, poesie- di italiani emigrati in Belgio, tra gli anni ’20 e gli anni ’70, per trovare lavoro nelle miniere. La partitura, tessuta intorno a queste memorie -a tratti recitate a tratti cantate- mescolando, rielaborando, e filtrando motivi di ispirazione popolare e stilemi propri della musica colta, cerca di far rivivere la ricchezza e l’intensità di un’esperienza umana che in molti casi si è purtroppo conclusa tragicamente, come il disastro di Marcinelle ci ricorda. La nostalgia, la speranza, il dolore, la rabbia, l’allegria dei rari momenti di gioco si alternano e si sovrappongono, suggerendo, evidenziando e sfumando nei tanti frammenti di storie la possibile trama di un’unica dolorosissima storia. Il titolo della cantata “Les Rital” ripropone l’epiteto spregiativo con cui venivano chiamati gli emigranti italiani in Belgio, rievocando in tal modo anche la condizione di emarginati subita da tanti nostri connazionali all’estero, oscuri testimoni di un pezzo della nostra storia -non solo italiana ma anche europea- di un tempo in cui il nostro era un paese povero e molti di noi erano costretti a partire per sfuggire alla fame e alla miseria. Per questo e per tanti altri motivi ancora quest’opera, nata come omaggio partecipe alla memoria di tanti italiani emigrati senza fortuna, è idealmente “dedicata a tutti i migranti” . Les Ritals in versione live è contenuta in un CD omonimo (AFM 101.2) registrato nel 2000 presso la Discoteca di Stato in Roma. Attualmente ne esiste una versione un pò più lunga, di circa 55 minuti, che può occupare lo spazio di un intera serata.



Duo Bellini
Note generali
Luca Bellini - Flauto Luciano Bellini - Pianoforte
Il Duo Bellini nasce nel 1997, e si esprime sia nella classica formazione da camera Flauto e Pianoforte che -nel campo sinfonico- nel duo Solista e Direttore . Il duo ha già all’attivo numerosi concerti sinfonici e da camera in Italia, in Europa in Medio ed Estremo Oriente, in America Latina; diverse registrazioni per RADIOTRE, RAITRADE, Radio Vaticana, Radio Mec (brasiliana) nonché incisioni di CD per Village Records, Domani Musica, Accord for Music. Recentemente il Duo Bellini si è esibito presso il Theatre des Capucins in Lussemburgo, l’Opera House di Hanoi, il Goethe Institute e il Thai Cultural Centre di Bangkok, la Jubilee Hall di Singapore, il Teatro Gedung Kesenian di Jakarta, la Basilica Saint Elie di Beirut, l’Auditorium Terra Sancta di Amman, l’Opera House di Damasco, la sala Cecilia Meireles di Rio de Janeiro, il Conservatorio di Shanghai, l’Università di Nanchino, il Museo Ajala di Manila, tenendo anche masterclasses in Vietnam, Indonesia, Turchia e Thailandia. Infine, nella versione solista-direttore, si sono esibiti con l’orchestra Benedetto Marcello, la Hanoi Philarmonic Orchestra e la Bangkok Syphony Orchestra. Hanno finora scritto per il duo Bellini : Monti, Rendine, Bortolotti, Crivelli, Marcotullio, Bruzzese, Razzicchia, Crisigiovanni. -Il repertorio del duo per flauto e orchestra è attualmente il seguente J. S. Bach Suite n°2 in Si min. W.A.Mozart Concerto in Re KV 314 W.A.Mozart Andante in Do KV 315 W.A.Mozart Concerto in Sol KV 313 W.A.Mozart Concerto in Do (flauto e arpa ) KV 299 S.Mercadante Concerto in Mi min. F.Devienne Concerto n°7 in Mi min. C. Reinecke Concerto F. Martin Ballade A. Casella Siciliana e Burlesca L. Bellini Suite Solaire S. Rendine Concerto per flauto e archi F. Borne Carmen Fantasy F: Busoni Divertimento Discografia Duo Bellini -Village Records ’99 Sonata di Prokofiev -Accord for music ’01 “Contaminazioni” (brani di L. Bellini) -Village Records (2004) “Duo Bellini” (brani di Mozart, Paganini, L.Bellini, Dutilleux, Casella) -Domani Musica (2004) “Echi del Mediterraneo” (brani di L. Bellini) Per quanto riguarda le proposte e i programmi musicali da camera vai alla voce “Repertori”. Per quanto riguarda invece le recensioni vai alla voce “Recensioni”